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Il Guerrilla Marketing è una forma di marketing non convenzionale che sfrutta strumenti low-cost per massimizzare i risultati.
Fare guerrilla marketing significa stupire, rimanere impressi, suscitare emozioni, incuriosire e per farlo bisogna solo essere creativi. Le idee, e non il budget, sono al centro di questa strategia di vendita che mette insieme diverse forme di marketing per conquistare in maniera non convenzionale il cliente.
In molte occasioni sono state identificate come azioni di “guerrilla marketing” campagne pubblicitarie appena sopra le righe, in realtà si tratta di una tecnica che necessita della stessa pianificazione e studio richiesto dalle altre strategie di marketing.

Come nasce il Guerrilla Marketing?In Italia spopola la tv commerciale di “Drive-in” e degli spot tv che entrano a far parte dei programmi in un flusso continuo.
Siamo agli inizi degli anni 80 nelle televisioni commerciali di tutti i paesi, anche in Italia, spopolano gli spot tv che entrano a far parte dei programmi a flusso continuo. Alla pubblicità di radio e giornali si aggiunge un canale con nuove e numerose potenzialità.
Le campagne pubblicitarie su questo nuovo media diventano in breve tempo molto costose e ad esclusivo appannaggio delle grandi aziende. Ed è proprio in questo contesto che si inserisce Mr. Jay Conrad Levison con il suo nuovo rivoluzionario libro “Guerrilla Marketing”.
L’obiettivo era preciso: usare tattiche non convenzionali rispetto a quelle più praticate all’epoca per fare marketing anche con piccoli budget a disposizione.
Tecniche non convenzionali, geniali, fuori dagli schemi, rappresentano l’unico modo per vincere un avversario economicamente più forte. Come abbiamo già detto nel guerrilla marketing l’investimento è rappresentato dall’inventiva, così che lo sforzo creativo possa generare il famoso Buzz (passaparola) che permetta al messaggio di diffondesi senza un eccessivo investimento di denaro.
“L’investimento maggiore del Guerrilla Marketing si basa sul tempo, l’energia, l’immaginazione e le informazioni anziché sul denaro. J.C. Levison
Levison parla di questa strategia in maniera molto chiara: è necessario individuare la call to action, il target, i punti di forza e tutto quello che richiede una qualsiasi strategia di marketing. Creativi sì ma non basta, è necessario avere degli obiettivi ben chiari.
La strategia in 8 passi
Levison individua dei veri e propri step da seguire per sviluppare una strategia efficace partendo da alcuni principi fondamentali.
1. Il guerrilla marketing è uno strumento particolarmente adatto alle aziende che dispongono di budget limitati.
2. L’investimento nel guerrill marketing si basa sul tempo, l’energia e l’immaginazione anziché sul denaro.
3. E’ il profitto e non le vendite il metro attraverso il quale misurare il successo o l’insuccesso di una strategia di guerrilla marketing .
4. Sono fondamentali, nella valutazione, il numero di nuove relazioni instaurate ogni mese.
5. E’ necessario creare uno standard focalizzato su obiettivi specifici, piuttosto che divesificare l’offerta con diversi prodotti o servizi.
6. Rafforzare la relazione con il cliente è più importante che acquisirne di nuovi.
7. Dimenticare la competizione e concentrarsi sul modo di cooperare con altre tipologie di business. Il guerrilla marketing deve essere sempre una combinazione di diversi metodi di marketing.
8. Utilizzare le tecnologie esistenti come strumento per rafforzare il proprio marketing.
Esempi celebri di Guerrilla Marketing
Scopriamo insieme tre esempi di successo che chiariscono come fare guerrilla marketing.
“IT closer than you think”
foto di: bari.repubblica.it
Uno degli esempi di guerrilla marketing più recenti è del 2017 ed è la campagna pubblicitaria per lanciare “IT”, il film. Il pagliaccio più terrificante della storia della cinematografia torna a spaventare grandi e piccini risvegliando ricordi del passato ormai diventati immagini iconiche.
Cosa ricordiamo di IT? Georgie con l’impermeabile giallo e la sua barchetta? La faccia di IT certo, ma soprattutto il suo palloncino rosso. Ecco perché, prima dell’uscita del film, le strade di alcune grandi città si sono colorate di palloncini rossi legati ai tombini. «IT is closer than you think» era la scritta che accompagnava la campagna: il palloncino si trova nelle vicinanze del tombino dal quale It appare a Georgie, il clown potrebbe essere ovunque, è vicino a te.
A Toronto, alcuni passanti si sono imbattuti in un manichino con impermeabile giallo e palloncino rosso legato al polsino. L’iniziativa lanciava l’hashtag #WheresGeorgieTO che le persone sono state incoraggiate ad usare nei loro post con foto o video dei vari Georgie incontrati per le strade della città canadese.
Ufo e Acqua Fan di Riccione
In Italia la prima forma di guerrilla marketing risale al lontano 2001 e parte da un’idea di guerrillamarketing.it e del Comune di Riccione. Nell’estate di quell’anno, per fare pubblicità all’Aquafan si decise di creare un caso mediatico: far circolare voci e realizzare segni su una serie di apparizioni UFO nelle vicinanze del parco divertimenti.
Le iniziative si raccoglievano sotto il claim “Riccione: Ultimo pianeta prima della Terra” e si sviluppavano lungo l’asse narrativo: arrivo dell’alieno, orientamento sul pianeta, contatto con i suoi abitanti e socializzazione. Per l’arrivo il comune di Riccione decise di accettare la proposta provocatoria dell’agenzia di mettere in scena un falso atterraggio Ufo. Il parco acquatico e il comune furono presto sommersi di turisti attirati dalla curiosità, per poi scoprire successivamente che si trattava solo di una trovata pubblicitaria.
Kilo fashion, il peso della moda
foto di: Guerrillamarketing.it
Siamo nel 2011 e a Milano, in pieno Corso Vittorio Emanuele, a due passi dal Duomo e nel cuore dello shopping milanese. Un cubo gigantesco di abiti ha schiacciato una donna. Esempio di guerrilla marketing sotto forma di istallazione, quella di Kilo fashion è tra le più originali e divertenti. L’azienda vende vestiti a peso, a chilo insomma, per cui gli abiti appaiono proprio come un cubo pesante che schiaccia ironicamente una fashion victim di cui sono visibili solo le gambe. L’installazione è la diretta rappresentazione del claim di Kilo Fashion: “Diamo peso alla moda”. Suscitando curiosità e ilarità negli abitanti, l’iniziativa ebbe un’ottima eco mediatica fu ripresa, infatti, da Studio Aperto, TG1 e Repubblica.it.
Nel prossimo articolo vedremo le teorie di Jay Conrad Levison e come progettare un’azione concreta di guerrilla marketing, quali i benefici per il consumatore e per l’azienda, gli strumenti per fare guerrilla marketing ed i consigli degli esperti.

Sono una creativa strappata al mondo della comunicazione visiva e salvata dall’innovazione tecnologica con alle spalle una solida esperienza nel settore del marketing e della comunicazione.